La Corsa lunga lenta
Si dibatte spesso a riguardo dell’utilità delle sedute di corsa lunga lenta, per intenderci quelle di durata superiore ad un’ora e trenta. Senza ombra di dubbi correre così a lungo è fondamentale per ogni podista, e non solo per il maratoneta. Molti podisti pensano, erroneamente, che correre a lungo ed ovviamente a ritmo tranquillo, sia prerogativa dei maratoneti, ed invece non c’è nulla di più sbagliato. Correre tanto consente di migliorare delle qualità fisiologiche fondamentali per un podista dedito alle gare di resistenza, anche per un mezzofondista impegnato in competizione di 5 mila metri. Ci sono qualità fisiologiche fondamentali che devono essere migliorate a prescindere dalla distanza di gara e che consentono di migliorare l’efficacia degli apparati del corpo maggiormente sollecitati negli sforzi di resistenza. Correre ad impegno cardio respiratorio contenuto, e quindi a lungo, consente di: 1) aumentare la capillarizzazione (afflusso di sangue ai muscoli), 2) ottimizzare l’utilizzo degli acidi grassi da parte dei muscoli, 3) migliorare la gittata sistolica (quantità di sangue pompata dal cuore in un minuto), 4) migliorare il processo di termoregolazione del corpo, 5) aumento dei mitocondri (centraline energetiche del meccanismo aerobico) e degli enzimi muscolari aerobici, ecc.Questi fattori fisiologici sono comuni a tutti i podisti impegnati nelle gare di resistenza, e quanto maggiore è la loro efficienza, tanto più elevata è la capacità di rendimento dell’atleta. Tutti noi ci meravigliamo quando vediamo i keniani, ed altri africani correre con grande facilità e ci siamo sempre chiesti, come mai il loro rendimento fosse così elevato. Conosciamo però anche la risposta, visto che sono numerosi gli aneddoti che spiegano questa eccezionale capacità di rendimento degli africani. Sappiamo tutti che sin da piccoli, per andare a scuola per es., o per giocare, hanno sempre percorso molta strada a piedi. Si dice che Tegla Lorupe, ancor prima di iniziare ad allenarsi aveva già percorso ben 25 mila chilometri.Se si vuole imparare qualcosa dai keniani si deve iniziare con le cose semplici e basilari: correre a lungo e spesso. Ogni podista, indipendentemente dalla gara che prepara, dovrebbe essere in grado di correre frequentemente, e senza disagi, almeno per un’ora e mezza. Durante il periodo autunnale ed invernale si deve correre così a lungo da 2 a 4 volte il mese. In primavera ed estate è sufficiente farlo 1-2 volte al mese.
Orlando Pizzolato
Si dibatte spesso a riguardo dell’utilità delle sedute di corsa lunga lenta, per intenderci quelle di durata superiore ad un’ora e trenta. Senza ombra di dubbi correre così a lungo è fondamentale per ogni podista, e non solo per il maratoneta. Molti podisti pensano, erroneamente, che correre a lungo ed ovviamente a ritmo tranquillo, sia prerogativa dei maratoneti, ed invece non c’è nulla di più sbagliato. Correre tanto consente di migliorare delle qualità fisiologiche fondamentali per un podista dedito alle gare di resistenza, anche per un mezzofondista impegnato in competizione di 5 mila metri. Ci sono qualità fisiologiche fondamentali che devono essere migliorate a prescindere dalla distanza di gara e che consentono di migliorare l’efficacia degli apparati del corpo maggiormente sollecitati negli sforzi di resistenza. Correre ad impegno cardio respiratorio contenuto, e quindi a lungo, consente di: 1) aumentare la capillarizzazione (afflusso di sangue ai muscoli), 2) ottimizzare l’utilizzo degli acidi grassi da parte dei muscoli, 3) migliorare la gittata sistolica (quantità di sangue pompata dal cuore in un minuto), 4) migliorare il processo di termoregolazione del corpo, 5) aumento dei mitocondri (centraline energetiche del meccanismo aerobico) e degli enzimi muscolari aerobici, ecc.Questi fattori fisiologici sono comuni a tutti i podisti impegnati nelle gare di resistenza, e quanto maggiore è la loro efficienza, tanto più elevata è la capacità di rendimento dell’atleta. Tutti noi ci meravigliamo quando vediamo i keniani, ed altri africani correre con grande facilità e ci siamo sempre chiesti, come mai il loro rendimento fosse così elevato. Conosciamo però anche la risposta, visto che sono numerosi gli aneddoti che spiegano questa eccezionale capacità di rendimento degli africani. Sappiamo tutti che sin da piccoli, per andare a scuola per es., o per giocare, hanno sempre percorso molta strada a piedi. Si dice che Tegla Lorupe, ancor prima di iniziare ad allenarsi aveva già percorso ben 25 mila chilometri.Se si vuole imparare qualcosa dai keniani si deve iniziare con le cose semplici e basilari: correre a lungo e spesso. Ogni podista, indipendentemente dalla gara che prepara, dovrebbe essere in grado di correre frequentemente, e senza disagi, almeno per un’ora e mezza. Durante il periodo autunnale ed invernale si deve correre così a lungo da 2 a 4 volte il mese. In primavera ed estate è sufficiente farlo 1-2 volte al mese.
Orlando Pizzolato
Nessun commento:
Posta un commento